venerdì 25 gennaio 2013
Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo
Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo (Percy Jackson & The Olympians) è una saga letteraria del genere fantasy scritta da Rick Riordan. La serie si compone di 5 libri basati prevalentemente sulla mitologia greca pur essendo ambientati negli Stati Uniti.
Dal primo libro è stato tratto un film distribuito nelle sale nel 2010.
Il protagonista della saga è un ragazzo di nome Perseus Jackson (ineterpretato da Logan Lerman), da tutti chiamato Percy, che a 12 anni scopre di essere un semidio (o mezzosangue) figlio del dio del mare Poseidone. Infatti gli antichi dei sono vivi e il Monte Olimpo, dove essi dimorano, si trova a New York, ancorato al seicentesimo piano dell'Empire State Building. Nel corso della serie Percy, assieme agli amici Annabeth e Grover e al fratellastro Tyson e Talia (figlia di Zeus resuscitata grazie al Vello), si troverà a combattere contro i Titani, per impedire che essi spodestino gli dei e conquistino il mondo.
"Percy Jackson non sapeva di essere destinato a grandi imprese prima di vedere la professoressa di matematica trasformarsi in una Furia per tentare di ucciderlo. Le creature della mitologia greca e gli dei dell'Olimpo, in realtà, non sono scomparsi ma si sono semplicementre trasferiti a New York, più vivi e litigiosi di prima. Tanto che l'ultimo dei loro bisticci rischia di trascinare il mondo nel caos: qualcuno ha rubato la Folgore di Zeus, e qualcuno dovrà ritrovarla entro dieci giorni.
Sarà proprio Percy a dover indagare sull'innocenza di Poseidone, dio del mare e padre perduto, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio.
Nuove gesta e antichi nemici lo aspettano, e non saranno solo lo sguardo di Medusa e i capricci degli dei ad ostacolare la ricerca della preziosa refurtiva, ma le parole dell'Oracolo e il suo oscuro verdetto: un amico tradirà, e il suo gesto potrebbe essere fatale."
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giovedì 24 gennaio 2013
La musica nell'epoca barocca
Il termine musica barocca indica una categorizzazione della musica composta nel XVII secolo e nella prima metà del XVIII secolo, che la fa corrispondere alla diffusione del barocco nell'arte.
La festa barocca
Nell'epoca barocca l'aspetto celebrativo è talmente importante che a corte si fa festa un giorno su tre. Incoronazioni, nozze, nascite, vittorie militari, trattati di pace e altri eventi ancora sono accompagnati da celebrazioni solenni e fastose.
Le feste dell'epoca barocca sono colossali spettacoli sonori e visivi destinati a tutte le classi sociali. Esse alternano riti religiosi a riti civili, su uno sfondo costante di musiche, suoni e rumori: la musica è tra le insegne più appariscenti della regalità. Ai Te Deum e agli Alleluja che risuonano nelle chiese, fanno eco nelle strade le musiche per banda che accompagnano cortei e processioni; nelle piazze e nei giardini concerti vocali o strumentali si alternano a mascherate, a giochi cavallereschi e a spettacoli teatrali.
Tutti questi intrattenimenti hanno un carattere nobile e grandioso, perché devono esprimere lo splendore del re. Ciò spiega il carattere solenne delle musiche composte per queste circostanze e le differenze, sempre più ridotte, tra il repertorio sacro e quello profano.
Destinate a riti civili o religiosi, alla preghiera o al divertimento, le musiche della festa barocca sono tutte ugualmente imponenti e fastose, capaci di coinvolgere intensamente gli ascoltatori, di suscitarne affetti ed emozioni.
Nuovi strumenti e stile barocco
L'uso di un'orchestra di grandi dimensioni è un elemento di notevole attrazione per il pubblico della festa barocca: in queste circostanze il numero degli strumenti può arrivare sino a un centinaio e molto forte è il fascino esercitato dalle possenti sonorità di trombe, timpani e dalla compatta massa degli archi.
La presenza di molti contrasti (di ritmo, intensità, velocità ecc.) e i frequenti passaggi virtuosistici tengono viva l'attenzione e rappresentano ulteriori motivi d'interesse; così come il dialogo tra gruppi strumentali diversi, che crea suggestivi effetti di spazialità sonora.
E' evidente che le delicate atmosfere sonore dell'epoca rinascimentale sono molto lontane e che la musica si è profondamente trasformata. Gli strumenti tipici del Rinascimento lasciano il posto ad altri strumenti più evoluti, come il flauto traverso, l'oboe, il fagotto, la tromba e soprattutto il violino, attorno al quale si organizza l'orchestra moderna. La musica strumentale conosce infatti un considerevole sviluppo in questo periodo.
Nell'epoca barocca, inoltre, il numero degli artigiani che si dedicano alla costruzione e al perfezionamento tecnico degli strumenti si moltiplica: primi fra tutti i liutai, nelle cui botteghe nascono liuti, violini, viole e violoncelli di grande valore.
Tecnicamente più agili e brillanti, i nuovi strumenti sono in grado di riempire tutti gli spazi della scena barocca con sonorità piene e grandiose, adatte sia ai vasti spazi aperti che ai ricchi interni di chiese o regge; inoltre essi sono capaci di un'espressività intensa, simile a quella della voce, di cui riproducono sfumature e inflessioni (come il tremolio e il vibrato negli archi) e da cui ereditano la capacità di commuovere e incantare.
Dal gusto tutto barocco per la decorazione e per gli "effetti spettacolari" nasce così un nuovo stile musicale, ricco di contrasti accentuati e di elementi che si alternano e si combinano in una grande varietà di modi. Alla definizione di questo stile contribuisce il lavoro di un numero cospicuo di musicisti assai diversi per provenienza e tradizioni musicali: tra loro spiccano i nomi di Jean-Baptiste Lully, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Haendel.
Il concerto grosso
Un nuovo modo di organizzare la musica, basato sulle regole dell'alternanza e del contrasto, dà vita al concerto grosso, la più importante forma strumentale dell'epoca barocca. Spesso articolato in tre movimenti (Allegro-Adagio-Allegro), esso è caratterizzato da uno stile esecutivo costituito sul dialogo tra l'intera orchestra (tutti) e un gruppo ristretto di strumenti (solo o concertino). Questo stile, detto concertante, favorisce la realizzazione di varie forme di alternanza e opposizione: forte/piano, vicino/lontano, soli/tutti, lento/veloce, maggiore/minore ecc.
Musica pubblica e musica privata
La corte barocca consolida la funzione celebrativa e pubblica della musica. Per far fronte alle molteplici occasioni in cui è previsto l'addobbo sonoro della musica, in Francia il Re Sole ha addirittura al proprio servizio 200 musicisti, tra i quali figurano i celebri 24 violini del re, che costituiscono la prima orchestra d'archi stabile di tutta Europa. Tutta via la vita musicale di una reggia non è fatta solo di celebrazioni ufficiali. Esistono anche momenti più intimi accompagnati dalla presenza della musica. Ad esempio durante la toilette mattutina del re, quando un complesso strumentale suona; oppure durante il pranzo, l'ora del tè o dei giochi di carte, la cena e altri piccoli intrattenimenti, privi di carattere ufficiale. Non va poi dimenticata la prassi, ormai stabilmente diffusa, del far musica per diletto. Di queste diverse funzioni si trova traccia in un repertorio il cui stile è totalmente opposto a quello solenne e grandioso della musica pubblica. Lo stile della musica privata è meno appariscente, più colto e raffinato, orientato perciò all'ascolto attento e consapevole di un pubblico più competente.
La festa barocca
Nell'epoca barocca l'aspetto celebrativo è talmente importante che a corte si fa festa un giorno su tre. Incoronazioni, nozze, nascite, vittorie militari, trattati di pace e altri eventi ancora sono accompagnati da celebrazioni solenni e fastose.
Le feste dell'epoca barocca sono colossali spettacoli sonori e visivi destinati a tutte le classi sociali. Esse alternano riti religiosi a riti civili, su uno sfondo costante di musiche, suoni e rumori: la musica è tra le insegne più appariscenti della regalità. Ai Te Deum e agli Alleluja che risuonano nelle chiese, fanno eco nelle strade le musiche per banda che accompagnano cortei e processioni; nelle piazze e nei giardini concerti vocali o strumentali si alternano a mascherate, a giochi cavallereschi e a spettacoli teatrali.
Tutti questi intrattenimenti hanno un carattere nobile e grandioso, perché devono esprimere lo splendore del re. Ciò spiega il carattere solenne delle musiche composte per queste circostanze e le differenze, sempre più ridotte, tra il repertorio sacro e quello profano.
Destinate a riti civili o religiosi, alla preghiera o al divertimento, le musiche della festa barocca sono tutte ugualmente imponenti e fastose, capaci di coinvolgere intensamente gli ascoltatori, di suscitarne affetti ed emozioni.
Nuovi strumenti e stile barocco
L'uso di un'orchestra di grandi dimensioni è un elemento di notevole attrazione per il pubblico della festa barocca: in queste circostanze il numero degli strumenti può arrivare sino a un centinaio e molto forte è il fascino esercitato dalle possenti sonorità di trombe, timpani e dalla compatta massa degli archi.
La presenza di molti contrasti (di ritmo, intensità, velocità ecc.) e i frequenti passaggi virtuosistici tengono viva l'attenzione e rappresentano ulteriori motivi d'interesse; così come il dialogo tra gruppi strumentali diversi, che crea suggestivi effetti di spazialità sonora.
E' evidente che le delicate atmosfere sonore dell'epoca rinascimentale sono molto lontane e che la musica si è profondamente trasformata. Gli strumenti tipici del Rinascimento lasciano il posto ad altri strumenti più evoluti, come il flauto traverso, l'oboe, il fagotto, la tromba e soprattutto il violino, attorno al quale si organizza l'orchestra moderna. La musica strumentale conosce infatti un considerevole sviluppo in questo periodo.
Nell'epoca barocca, inoltre, il numero degli artigiani che si dedicano alla costruzione e al perfezionamento tecnico degli strumenti si moltiplica: primi fra tutti i liutai, nelle cui botteghe nascono liuti, violini, viole e violoncelli di grande valore.
Tecnicamente più agili e brillanti, i nuovi strumenti sono in grado di riempire tutti gli spazi della scena barocca con sonorità piene e grandiose, adatte sia ai vasti spazi aperti che ai ricchi interni di chiese o regge; inoltre essi sono capaci di un'espressività intensa, simile a quella della voce, di cui riproducono sfumature e inflessioni (come il tremolio e il vibrato negli archi) e da cui ereditano la capacità di commuovere e incantare.
Dal gusto tutto barocco per la decorazione e per gli "effetti spettacolari" nasce così un nuovo stile musicale, ricco di contrasti accentuati e di elementi che si alternano e si combinano in una grande varietà di modi. Alla definizione di questo stile contribuisce il lavoro di un numero cospicuo di musicisti assai diversi per provenienza e tradizioni musicali: tra loro spiccano i nomi di Jean-Baptiste Lully, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Haendel.
Il concerto grosso
Un nuovo modo di organizzare la musica, basato sulle regole dell'alternanza e del contrasto, dà vita al concerto grosso, la più importante forma strumentale dell'epoca barocca. Spesso articolato in tre movimenti (Allegro-Adagio-Allegro), esso è caratterizzato da uno stile esecutivo costituito sul dialogo tra l'intera orchestra (tutti) e un gruppo ristretto di strumenti (solo o concertino). Questo stile, detto concertante, favorisce la realizzazione di varie forme di alternanza e opposizione: forte/piano, vicino/lontano, soli/tutti, lento/veloce, maggiore/minore ecc.
Musica pubblica e musica privata
La corte barocca consolida la funzione celebrativa e pubblica della musica. Per far fronte alle molteplici occasioni in cui è previsto l'addobbo sonoro della musica, in Francia il Re Sole ha addirittura al proprio servizio 200 musicisti, tra i quali figurano i celebri 24 violini del re, che costituiscono la prima orchestra d'archi stabile di tutta Europa. Tutta via la vita musicale di una reggia non è fatta solo di celebrazioni ufficiali. Esistono anche momenti più intimi accompagnati dalla presenza della musica. Ad esempio durante la toilette mattutina del re, quando un complesso strumentale suona; oppure durante il pranzo, l'ora del tè o dei giochi di carte, la cena e altri piccoli intrattenimenti, privi di carattere ufficiale. Non va poi dimenticata la prassi, ormai stabilmente diffusa, del far musica per diletto. Di queste diverse funzioni si trova traccia in un repertorio il cui stile è totalmente opposto a quello solenne e grandioso della musica pubblica. Lo stile della musica privata è meno appariscente, più colto e raffinato, orientato perciò all'ascolto attento e consapevole di un pubblico più competente.
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Videoclip
Il videoclip (o music video) è un prodotto televisivo altamente professionale e dai costi produttivi enormi. Le case produttrici di musica pop sanno bene che un video ben azzeccato può ripagare ampiamente con le vendite del disco corrispondente. Questo perché negli anni i video musicali si sono dimostrati straordinari veicoli promozionali per dischi.
Per avere la prova dell'efficacia pubblicitaria del videoclip, basta fare riferimento a quanto accaduto nel lontano 1982 al disco Thriller di Michael Jackson, forse il primo grande personaggio a intuire la potenzialità di questo mezzo di comunicazione. Di questa canzone si erano già vendute tre milioni di copie: lo straordinario successo riscosso dal video uscito un anno dopo spinse le vendite all'incredibile cifra di 104 milioni di dischi!
Appare quindi evidente la natura essenzialmente commerciale del videoclip: esso esiste perché l'industria discografica ha scelto questo canale per dare visibilità alle nuove canzoni e per promuovere la vendita del compact disc.
Perché questo accade? Quali sono le ragioni del fascino che i videoclip esercitano soprattutto sui teenager? Le risposte possibili sono tante: forse perché i videoclip possono essere trasmessi ripetutamente dalla televisione; o forse perché un filmato originale e ben "confezionato" è in grado di valorizzare anche una musica scadente; oppure, ancora, perché nel videoclip è possibile presentare anche il look del cantante, che sappiamo quanta parte giochi nella popolarità di quest'ultimo e quindi nel consumo della musica.
Immagine e creatività
Madonna, Eminem e, più recentemente, Avril Lavigne o Rihanna sono solo alcune delle tante pop star il cui successo è inscindibilmente legato ai videoclip. E' davvero difficile indicare un cantante o un gruppo di successo che non debba in gran parte la propria popolarità a uno o più video azzeccati. Questo avviene perché con i videoclip l'attenzione dei consumatori si sposta dalla musica al personaggio, che finisce per essere il vero oggetto della promozione, prima ancora del disco. In ultima analisi, si può affermare che il protagonista del videoclip non è quasi mai la musica, bensì il cantante, o meglio il suo aspetto fisico, le sue movenze e il suo abbigliamento, mentre le capacità vocali e musicali passano quasi sempre in secondo piano.
Nonostante ciò, bisogna riconoscere ai videoclip anche positivi meriti artistici, se è vero che la loro innovativa e frenetica tecnica visiva ha orientato la pubblicità e il cinema negli ultimi decenni.
Inoltre la prospettiva di realizzare un video, a parere di svariati musicisti, stimola la creatività degli artisti, influenzando la composizione stessa delle canzoni: queste nascono quindi non più solo per essere ascoltate, ma anche per "essere viste", dando vita così a un genere musicale a sé stante.
Vari tipi di videoclip
Come avviene nel campo della pubblicità televisiva, anche per un video musicale la difficoltà maggiore è quella di farsi notare nella gran massa di prodotti analoghi trasmessi ogni giorno da decine di emittenti televisive. Si cerca allora di stupire e di distinguersi dagli altri: con la musica, certo, ma anche scegliendo un linguaggio visivo che colpisca la fantasia del telespettatore. Nonostante questa ricerca di originalità, è però possibile riconoscere alcune categorie o tipi ricorrenti di videoclip. Proviamo ora a elencarne i principali.
Infine, è importante notare come spesso i videoclip mescolano i tipi elencati utilizzando svariate tecniche contemporaneamente e passando da una situazione all'altra attraverso il flashback (interruzione del racconto per rievocare episodi precedenti), sovrapposizioni di immagini, dissolvenze incrociate, accelerazioni e slow motion (scene al rallentatore) e quant'altro ancora.
Videostorie
I video più frequenti sono senz'altro quelli narrativi, cioè che raccontano una storia, non necessariamente quella esposta dal testo della canzone. Nella maggioranza dei casi, in questi videoclip è coinvolto il cantante (o il gruppo), a volte come attore della vicenda narrata, altre volte come moderno cantastorie che commenta da "esterno" le immagini. Più raramente il cantante non appare affatto, lasciando spazio ad attori professionisti.
Videoconcerti
Altro caso molto frequente è quello di video che ci mostrano il cantante in concerto o in sala di registrazione: la situazione illustrata apparentemente è realistica, ma anche qui si tratta di abili ricostruzioni e montaggi, tesi a presentarci il protagonista sempre eccezionale e sicuro di sé.
Videodanza
Spesso il video è imperniato su un balletto, una danza o comunque un'azione coreografica che ne è il motivo di attrazione principale. In questi casi il più delle volte alla danza partecipa in prima persona l'interprete stesso della canzone, ma anche questa non è una regola: vi sono numerosi video in cui tutti ballano tranne il cantante.
Videoelettronici
Un tipo di videoclip interessante, ma più raro, è quello che si basa interamente su effetti elettronici, senza necessariamente seguire un filo narrativo logico. In questi casi veniamo attratti, oltre che dalla canzone, proprio dalla spettacolarità e dalla fantasia degli effetti impiegati, dai colori, dalla velocità del montaggio.
Videofilm
Quando la canzone presentata fa parte della colonna sonora di un film, allora sono le immagini di quest'ultimo a costituire l'ossatura del videoclip, magari con l'inserimento di brevi sequenze che ci mostrano il cantante. Questi video, a dir la verità, sembrano dare per scontato che si sia già visto il film e non sono autonomi rispetto a esso: prova ne è che chi vede le immagini per la prima volta fatica a trovare il senso complessivo del video stesso.
Videocartoon
Cartoni animati e videoclip è un connubio che si realizza abbastanza spesso. In questi casi è facile che il cartone sia di tipo sperimentale (niente manga o disney, tanto per intenderci) e applichi tecniche grafiche e narrative originali. E' possibile anche che il cantante venga inserito nel cartoon, ovviamente nella sua versione disegnata.
Per avere la prova dell'efficacia pubblicitaria del videoclip, basta fare riferimento a quanto accaduto nel lontano 1982 al disco Thriller di Michael Jackson, forse il primo grande personaggio a intuire la potenzialità di questo mezzo di comunicazione. Di questa canzone si erano già vendute tre milioni di copie: lo straordinario successo riscosso dal video uscito un anno dopo spinse le vendite all'incredibile cifra di 104 milioni di dischi!
Appare quindi evidente la natura essenzialmente commerciale del videoclip: esso esiste perché l'industria discografica ha scelto questo canale per dare visibilità alle nuove canzoni e per promuovere la vendita del compact disc.
Perché questo accade? Quali sono le ragioni del fascino che i videoclip esercitano soprattutto sui teenager? Le risposte possibili sono tante: forse perché i videoclip possono essere trasmessi ripetutamente dalla televisione; o forse perché un filmato originale e ben "confezionato" è in grado di valorizzare anche una musica scadente; oppure, ancora, perché nel videoclip è possibile presentare anche il look del cantante, che sappiamo quanta parte giochi nella popolarità di quest'ultimo e quindi nel consumo della musica.
Immagine e creatività
Madonna, Eminem e, più recentemente, Avril Lavigne o Rihanna sono solo alcune delle tante pop star il cui successo è inscindibilmente legato ai videoclip. E' davvero difficile indicare un cantante o un gruppo di successo che non debba in gran parte la propria popolarità a uno o più video azzeccati. Questo avviene perché con i videoclip l'attenzione dei consumatori si sposta dalla musica al personaggio, che finisce per essere il vero oggetto della promozione, prima ancora del disco. In ultima analisi, si può affermare che il protagonista del videoclip non è quasi mai la musica, bensì il cantante, o meglio il suo aspetto fisico, le sue movenze e il suo abbigliamento, mentre le capacità vocali e musicali passano quasi sempre in secondo piano.
Nonostante ciò, bisogna riconoscere ai videoclip anche positivi meriti artistici, se è vero che la loro innovativa e frenetica tecnica visiva ha orientato la pubblicità e il cinema negli ultimi decenni.
Inoltre la prospettiva di realizzare un video, a parere di svariati musicisti, stimola la creatività degli artisti, influenzando la composizione stessa delle canzoni: queste nascono quindi non più solo per essere ascoltate, ma anche per "essere viste", dando vita così a un genere musicale a sé stante.
Vari tipi di videoclip
Come avviene nel campo della pubblicità televisiva, anche per un video musicale la difficoltà maggiore è quella di farsi notare nella gran massa di prodotti analoghi trasmessi ogni giorno da decine di emittenti televisive. Si cerca allora di stupire e di distinguersi dagli altri: con la musica, certo, ma anche scegliendo un linguaggio visivo che colpisca la fantasia del telespettatore. Nonostante questa ricerca di originalità, è però possibile riconoscere alcune categorie o tipi ricorrenti di videoclip. Proviamo ora a elencarne i principali.
Infine, è importante notare come spesso i videoclip mescolano i tipi elencati utilizzando svariate tecniche contemporaneamente e passando da una situazione all'altra attraverso il flashback (interruzione del racconto per rievocare episodi precedenti), sovrapposizioni di immagini, dissolvenze incrociate, accelerazioni e slow motion (scene al rallentatore) e quant'altro ancora.
Videostorie
I video più frequenti sono senz'altro quelli narrativi, cioè che raccontano una storia, non necessariamente quella esposta dal testo della canzone. Nella maggioranza dei casi, in questi videoclip è coinvolto il cantante (o il gruppo), a volte come attore della vicenda narrata, altre volte come moderno cantastorie che commenta da "esterno" le immagini. Più raramente il cantante non appare affatto, lasciando spazio ad attori professionisti.
Videoconcerti
Altro caso molto frequente è quello di video che ci mostrano il cantante in concerto o in sala di registrazione: la situazione illustrata apparentemente è realistica, ma anche qui si tratta di abili ricostruzioni e montaggi, tesi a presentarci il protagonista sempre eccezionale e sicuro di sé.
Videodanza
Spesso il video è imperniato su un balletto, una danza o comunque un'azione coreografica che ne è il motivo di attrazione principale. In questi casi il più delle volte alla danza partecipa in prima persona l'interprete stesso della canzone, ma anche questa non è una regola: vi sono numerosi video in cui tutti ballano tranne il cantante.
Videoelettronici
Un tipo di videoclip interessante, ma più raro, è quello che si basa interamente su effetti elettronici, senza necessariamente seguire un filo narrativo logico. In questi casi veniamo attratti, oltre che dalla canzone, proprio dalla spettacolarità e dalla fantasia degli effetti impiegati, dai colori, dalla velocità del montaggio.
Videofilm
Quando la canzone presentata fa parte della colonna sonora di un film, allora sono le immagini di quest'ultimo a costituire l'ossatura del videoclip, magari con l'inserimento di brevi sequenze che ci mostrano il cantante. Questi video, a dir la verità, sembrano dare per scontato che si sia già visto il film e non sono autonomi rispetto a esso: prova ne è che chi vede le immagini per la prima volta fatica a trovare il senso complessivo del video stesso.
Videocartoon
Cartoni animati e videoclip è un connubio che si realizza abbastanza spesso. In questi casi è facile che il cartone sia di tipo sperimentale (niente manga o disney, tanto per intenderci) e applichi tecniche grafiche e narrative originali. E' possibile anche che il cantante venga inserito nel cartoon, ovviamente nella sua versione disegnata.
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